Quella bestia che ha il nome di Ansia

Come tutti, lo premetto, sono altamente complessata. Ho i miei problemi, ho le mie fobie, ho le mie innumerevoli ansie; sì, perché sono l'ansia fatta persona, ce l'ho per non ricordare di aver chiuso la macchina quando sono già lontana mille miglia, ultimamente ho l'ansia dei mezzi pubblici e dei loro germi tanto da girare con l'amuchina sempre in borsa, ho l'ansia del parcheggio, ho l'ansia pre-esame, ho l'ansia da prestazione, ho l'ansia di leggere davanti ad una folla, ho l'ansia di fare costantemente figuracce, ho l'ansia, per tutto, punto.



Ma soprattutto, ciò che mi blocca sopra ogni altra cosa in questo periodo tanto da impedirmi di buttarmi comunque nelle cose, l'ansia di fare le cose da sola. Che poi è ansia, o paura? Un misto? Non lo so.

Se devo andare a fare un regalo o semplicemente ho voglia di uscire per negozi e nessuno è disponibile per venire con me, me ne rimango a casa tanto resto pietrificata dall'andare da sola. Girare per centri commerciali, dove tutti stanno in compagnia, mi fa sentire tanto la "povera sfigatella" di turno. Ancora peggio è il pranzo, quando capita che debba mangiare  per strada o in qualunque altro posto; all'università per esempio, quando nessuna mia amica è disponibile magari per incongruenza di orari,  mi tocca pranzare con la sola compagnia del mio farro, aspetto fino a che nei corridoi non si sentono rimbombare i lamentosi brontolii del mio stomaco che stanno a ricordarmi che forse è arrivato il momento di nutrirsi e dunque torno verso la mia auto - dove lascio sempre la mia borsetta frigo - e mi ci chiudo dentro, indipendentemente dai gradi che ci sono fuori e mangio (questa routine ormai ce l'ho anche quando sono in compagnia, dove ci godiamo un momento di relax e chiacchiere accompagnate da un piccolo momento di riposo e musica se lo stacco tra le lezioni è tanto ed anche perché trovare un'aula inutilizzata all'uni è pressoché impossibile).


Scrivendolo mi rendo conto come agli occhi di molti possa risultare una storia assurda mentre ad altri potrebbe sembrare più familiare.
Il che per me è strano non avendo mai sofferto la solitudine, insomma sono figlia unica dunque che fosse piaciuto o meno ho sempre dovuto fare i conti con questo, sopratutto avendo due genitori lavoratori dalla notte dei tempi e, pranzare da sola è una cosa che ho sempre fatto dall'età delle scuole medie - anche se in questo caso è leggermente diverso. Ero abituata a mangiare da sola in un casa vuota dove la mia unica compagnia era la televisione, mentre qui si tratta di stare sola in mezzo alle persone - che poi a me stare da sola piace. A volte ho proprio bisogno del mio spazio e delle mie cose; sono da psicanalisi, vero?

In realtà mi sono ripetuta più volte di dover superare questa 'fobia' - se così vogliamo chiamarla - e ci ho anche provato come quella volta che mi sono ritrovata, più per caso che per scelta, a pranzare fuori da sola senza via di fuga. Avevo solo due opzioni: mangiare un pezzo di pizza al volo camminando tra le vetrine semichiuse dei negozi oppure andare al fast food più vicino, il McDonald's nel mio caso, dove sono entrata rincuorandomi che non ci fosse la solita ressa del pranzo adocchiando un tavolo appartato a cui mi sarei seduta rigorosamente di spalle alla porta. Inutile dire che niente è andato secondo i piani.

Appena arrivata ho ordinato il solito menù medio con becon ed il ragazzo che mi stava servendo si guarda intorno, o meglio, guarda intorno a me e dice: "Ma stai da sola?"
Colpita ed affondata, maledicendomi per aver reso la cosa così palese, faccio un timidissimo cenno di assenso con la testa e lui mi dice "Ah mi dispiace. Dimmi dove ti siedi che ti porto io il vassoio al tavolo". Quanti di voi possono vantarsi di essere stati serviti al McDonald's? Pochi, presumo.

Credo che questa bella storia abbia leggermente inciso eppure a volte vorrei prendere il mio pc e mettermi a lavorare in qualche locale, magari sorseggiando del vino, andarmene al mare o godermi una pausa pranzo al parco leggendo un libro o, andarmi a comprare un vestito quando ne ho voglia ed invece non faccio nessuna di queste cose. Provo una genuina invidia per tutti coloro che ci riescono, senza farsene un problema.

Soffro per questo impedimento che mi sono costruita da sola nella testa e vorrei tanto trovare la mia chiave di volta, sicuro è che a piccoli passi devo continuare a non lasciarmi condizionare, anche se questo vuol dire continuare a chiudermi in macchina con il mio pranzo; insomma il parcheggio è piuttosto affollato! 

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